Dodici anni d’amore che si chiudono in silenzio. Restano due figlie, un affetto sincero e un futuro tutto da riscrivere. Lui torna a sorridere, lei a camminare da sola

Era nell’aria, ora è arrivata anche l’ufficialità e l’accordo extragiudiziale. Si chiude così, senza lieto fine ma anche senza guerre, il lungo capitolo tra Raoul Bova e Rocío Munoz Morales, una delle coppie più amate del mondo dello spettacolo italiano. Dodici anni di vita insieme, due figlie, una quotidianità fatta di set condivisi, di progetti comuni e di quella complicità che sembrava inattaccabile.
Negli ultimi mesi, però, qualcosa si era incrinato. Le voci si erano fatte insistenti, i sorrisi pubblici più rari, le apparizioni di coppia quasi scomparse. Fino a quando, tra fine estate e autunno, è arrivata la conferma: la separazione è ufficiale. Nessuna dichiarazione congiunta, solo la consapevolezza di una scelta condivisa. A volte anche l’amore, seppur grande, deve cedere il passo alla realtà.
La decisione è arrivata dopo settimane di confronto tra i rispettivi legali. Un percorso delicato, affrontato con discrezione. Alla fine si è raggiunto un accordo extragiudiziale che regola l’affido delle bambine e la gestione dei beni comuni.
Luna e Alma resteranno principalmente con la madre, mentre il padre provvederà a un assegno mensile per il loro mantenimento. La casa di famiglia, quella in cui la coppia ha vissuto per anni, è stata assegnata a Rocío.
Nessuna battaglia, nessuna recriminazione. Solo la scelta di chiudere una storia importante nel modo più sereno possibile. Lei, con la sua eleganza naturale, ha trovato le parole giuste: «Raoul è il papà delle mie figlie, lo è sempre stato e lo sarà per sempre».
Una frase che racconta tutto: il rispetto, l’affetto e la consapevolezza che certi legami non si sciolgono del tutto. Loro non si erano mai sposati, ma hanno costruito una famiglia solida e, oggi, vogliono preservarla anche dopo la separazione.
La “pace” con Rocìo e il nuovo equilibrio di Raoul Bova
Il clima resta disteso, almeno in apparenza. Niente accuse, niente gossip velenosi. Solo la normale tristezza di chi sa che un equilibrio è cambiato per sempre. Eppure, tra le righe, c’è anche la sensazione di due persone che hanno scelto la maturità, rinunciando a trasformare il privato in spettacolo.

Per Raoul Bova, 54 anni, il momento non è semplice ma appare vissuto con serenità. L’attore romano ha ripreso a lavorare con intensità, alternando set televisivi e progetti cinematografici.
Chi lo ha incontrato di recente lo descrive più rilassato, più concentrato sul lavoro e sulla vita quotidiana. Dopo anni vissuti sotto i riflettori anche per la sua relazione, sembra aver ritrovato il gusto delle piccole cose: una passeggiata, un pranzo con le figlie, un’uscita lontano dai flash.
Eppure, inevitabilmente, il suo nome è tornato sulle pagine di gossip. A metà ottobre, i paparazzi lo hanno fotografato a Roma, zona Prati, mano nella mano con un volto noto della televisione: Beatrice Arnera.
Lei ha trent’anni, attrice brillante e conosciuta per diverse fiction di successo, tra cui Buongiorno, mamma!, la stessa in cui recita Bova. L’incontro, raccontano, è nato proprio sul set, dove i due avrebbero stretto un legame di amicizia diventato via via più stretto.
Il caso dei messaggi e la tempesta mediatica
Ma a rendere più complesso questo periodo è stata una vicenda di messaggi privati che ha investito l’attore nei mesi scorsi. Una serie di comunicazioni tra Bova e una giovane donna, Martina Ceretti, finite in rete e rilanciate da diversi siti di gossip, hanno alimentato una tempesta mediatica che ha contribuito a incrinare l’immagine della coppia proprio nelle settimane più delicate.
Le chat, diffuse in modo improprio, mostravano toni confidenziali e scambi personali che nulla avevano a che fare con la vita pubblica dell’attore.
Da subito, fonti vicine a Bova hanno chiarito che Ceretti non è mai stata una relazione parallela, ma un contatto professionale travisato e strumentalizzato, e che la pubblicazione di quei messaggi rappresentava una violazione della privacy. Una fuga di notizie che, più che svelare qualcosa, ha ferito sul piano umano e mediatico.
La risposta di Bova è stata il silenzio. Nessuna smentita ufficiale, nessuna intervista. Un atteggiamento che in molti hanno letto come segno di stanchezza verso un sistema sempre più invadente, capace di trasformare qualunque indiscrezione in verità. Eppure, dietro quella scelta, c’è la volontà di proteggere le figlie e di ridurre al minimo il rumore intorno alla propria vita privata.




